(Nuclear Blast) Enslaved, una band matura: si è levata di dosso quella pellaccia vichinga, mantenendo uno spirito neo-prog che spesso l’ha contraddistinta. Con questo nuovo album gli Enslaved affinano il proprio sound. Il black metal viene snaturato se non proprio levigato e ammorbidito, combattuto a più riprese nelle sue pieghe da concessioni a voci pulite e melodiche, osteggiato da ampie aperture melodiche che toccano scorci epici, cerimoniali, certamente pagan e mitologici, ma anche riflessivi e bucolici. Il tempo è preso e messo in riga dagli Enslaved, piegato e inquadrato nella nuova dimensione sonora, attraverso tre canzoni da oltre otto minuti, due da quasi nove e una da quasi undici minuti. Ora rifletteteci, se quel continuo mutare e divenire di ogni singolo pezzo di “In Times” è presente ovunque, allora già avere a che fare con l’accoppiata iniziale “Thurisaz Dreaming”-”Building with Fire” significa guadagnare la sensazione di avere affrontato una quantità di materiale sonoro considerevole. Sono diciassette minuti che svelano quanto lo scenario sonoro nel suo prosieguo degli altri pezzi sia affascinante e grondante di novità e inaspettate sorprese. “In Times” non sembra comunque avere un senso organico nei suoi componimenti e infatti non troverete un pezzo che sappia farsi posto nella vostra mente, al di sopra di tutte le situazioni sonore che l’album è capace di svelare; proprio queste evoluzioni musicali però sono il vero punto di forza. Vivere l’ascolto di “In Times” significa radicalizzare la consapevolezza di avere di fronte un capolavoro di maestria tirato su con fattura insolita. Le melodie sono trionfali. Quando si presentano sono ampie, occupano spazio, sembrano sovrane. Il livello metal non è scardinato, trova la sua posizione, tra tagli rock, brevi momenti psichedelici (vagamente alla Voivod anni ’90), cori epic metal. Una sintesi progressive inimmaginabile strutturata tra suoni metal e sprazzi di effettistica che toccano anche il noise, per sperimentazioni mai troppo brutali o pacchiane. Gli Enslaved di “In Times” si esprimono con chiarezza dei suoni e senza lacche e toni di plastica. Il sound è chiaro e sincero, bello ed epocale.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10