(Comatose Music) Dopo un’ intro piuttosto piatta andiamo a descrivere il suono di questo combo. Qui si entra nel territorio del brutal tecnico. I tempi sono belli tirati, il batterista non lascia spazio a riprese di fiato. Si va giù di brutto dalla prima all’ultima nota. Il basso a completare la parte ritmica e la chitarra che snocciola riff serrati e senza un barlume di assolo. La voce è da copione: se uno ruttasse di potenza in una caverna millenaria otterrebbe un suono più comprensibile. Ma questo è il genere proposto e va detto che i nostri svolgono il loro dovere più che bene, inanellando sette tracce (più due strumentali) ben suonate. Vengono subito alla mente i Necrophagist e i Six Feet Under, nonché gli immortali primi Cannibal Corpse. Di sicuro i ragazzacci in questione non sono ne originali ne inediti, ma in fondo ogni tanto non abbiamo forse bisogno di un po’ di cattiveria sbattuta in faccia, nuda e cruda? Così, solo per sentirci vivi…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10