(Century Media Records) Non occorre finire nel grindcore oppure nel crust, nel black metal e nel brutal death metal per avere un sound fortemente arrabbiato e proporzionalmente aggressivo. Mike Pike, ex Sleep, e i suoi High On Fire sono ancora una volta tutto questo. Spinti al massimo, nervosi e volubili, distruttivi ma contemporaneamente melodici. I riff arroventati di stoner e con un’anima r’n’r selvaggia e a volte anche punk rock, le ritmiche titaniche e infaticabili, la voce rugginosa. Gli High On Fire, prepotenti e debordanti. Galvanizzano con riff ricoperti da distorsioni roboanti, grosse. I brani hanno quasi tutti un minutaggio sostenuto e consolidano l’album a poco meno di un’ora di durata. “Luminiferous” scorre però, a tratti come un mammut incavolato, oppure veloce come una saetta: nella sostanza “Carcosa”, “Steve the Five”, “Luminiferous”, “The Lethal Chamber” e tutte le altre canzoni spaccano ogni cosa a prescindere. Quel modo di essere, ma discontinuo, Motörhead, oppure quell’atteggiamento da punkers estremi o semplicemente esporsi come figli del rock, sono le componenti che descrivono l’insieme e lo spirito di Mike e soci.
(Alberto Vitale) Voto: 8/10