(Massacre) Conobbi i Crystal Ball grazie alla loro esibizione a un Agglutination Metal Festival: da allora non sono stato un fan costante della formazione elvetica, ma mi è capitato sotto mano più di un loro album, e mi sembra che i nostri siano stati sempre in grado di mantenere un certo standard qualitativo. il gruppo Questo principio vale anche per “Liferider”, l’ottavo disco della loro carriera: hard rock di sostanza, che convince nel complesso pur senza generare entusiasmi deliranti. Dopo aver lanciato il proprio sbarazzino “Mayday!”, gli svizzeri si volgono con “Eye to Eye” all’hard rock più energico, quello parente del power. Grande refrain cadenzato per “Hold your Flag”, mentre “Gods of Rock” è, naturalmente, un inno sornione con coro da stadio. Peccato che la ballad “Bleeding” sia abbastanza d’ordinanza: ci pensa l’aggressiva “Rock of Life”, un altro anthem muscolare, a riportare il disco sui giusti binari. Scontata ma in fondo godibile “Antidote”, prima che la titletrack, un brano molto tedesco che mi ha ricordato le composizioni di Mat Sinner, ci accompagni con gusto verso la chiusura delle danze. E non dimentichiamo la power ballad conclusiva “Memory run”: almeno nella prima parte, le acustiche suonate da Stephan Kaufmann la fanno da padrone. La versione digipack contiene tre cover: si distingue per l’ottima resa “Sacred Heart”. Dopo il lungo iato e la rifondazione nel 2013, i Crystal Ball sembrano essere in buona forma!
(René Urkus) Voto: 7/10