(Satanath Records) Ecco un bell’album. Nonostante la copertina piuttosto semplice, il dischetto nel lettore ci propone un interessantissimo connubio tra Nile e Rotting Christ, tra Morbid Angel ed Enslaved. E’ come se il cantante di questi ultimi avesse fatto una session con Sanders e soci, solo senza le tastiere e con un batterista spropositatamente più umano. Il risultato che ne esce è un death piuttosto old school ma con quel non so chè di arcaico e magico che emerge quando le tematiche principali sono filosofia, miti e antiche civiltà scomparse millenni or sono. Pur nei limiti del genere proposto, il platter scorre semplice e preciso che è un piacere, mai scontato e sempre riverente a quel death svedese creato dai Nihilist. Per gli amanti delle band sopra nominate, il disco rappresenta una ventata d’aria fresca proprio perché va a pescare dal passato con umiltà e piglio. Secchioni.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10