(W.T.C. Productions ) Che qualcosa fosse cambiato col precedente “Askel lähempänä Saatanaa” lo si era capito. Non solo la capitolazione del miglior cantante nella carriera ventennale del gruppo, ma proprio una sterzata nello stile. Usare il termine “commerciale” sarebbe improprio. Limitiamoci a dire che i nostri si sono leggermente ammorbiditi e aperti a sonorità meno oltranziste. Risultato? Un album altalenante, uscito da una lunga gestazione (cinque anni, per gli Horna, sono un’autentica eternità) e frutto di una formazione forse ancora in rodaggio con la nuova voce. Nella loro ultima fatica discografica c’è stato un ulteriore cambiamento. Piaccia o no la nuova direzione intrapresa dai finlandesi, almeno adesso è lampante che tutti hanno chiara la strada imboccata. E questo è senz’altro un bene, stilisticamente parlando. Gli Horna del 2015 si sono leggermente ammorbiditi, ancora di più. I riferimenti al Black ‘N’ Roll si sono fatti netti e molto presenti, donando al platter una inedita immediatezza e un alone groovy (se Shatraug legge queste righe viene a cercarmi e mi impala senza chiedermi se voglio un po’ di vaselina). Per la verità la seconda parte dell’album è decisamente meno ritmata e più oscura, ma il salto di qualità con l’opera precedente c’è e si sente tutto. Che i nostri avessero forse detto tutto ciò che si poteva dire con il Black “canonico”? Ascoltando questo disco verrebbe voglia di dare una risposta positiva. E forse è meglio così. Salutiamo quindi i “nuovi” Horna, bravi a creare una piacevole variante nel proprio sound pur mantenendo una continuità stilistica. Rifatti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10