(Edged Circle Productions) Che ci posso fare, il Thrash mi piace sporco, mi piace la musica che all’epoca veniva chiamata “Speed Metal”: veloce e tecnica, ma nel contempo grezza e sporca. Ecco, proprio questi due ultimi epiteti latiterebbero se uno volesse descrivere questo genere da ormai vent’anni a questa parte. Se si confrontassero le super produzioni dei Testament con il primo album dei Megadeth si farebbe oggettivamente fatica a incastonare le due band nello stesso genere. Ecco, i Sepulcher, norvegesi, tentano di riprendere il Thrash vecchia scuola, quello da pantaloncini corti e berrettino per intenderci. Non aspettatevi dunque troppa perizia nella registrazione o troppi ritmi lenti, qui si preme sull’acceleratore per una musica spontanea seppur non originalissima. La voce è adattissima allo stile proposto, ruvida e urlata, mentre la chitarra è assoluta protagonista della scena, con la parte ritmica leggermente arretrata. Un disco sincero e diretto, per nostalgici e non… La verità? Se lo avessero scritto i Metallica si griderebbe al capolavoro. Ora che mi sono tolto questo rospo dallo stomaco ricomincio con l’headbanging…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10