(Iron Bonehead) E ringraziamo pure che ci sono le pause di un paio di secondi tra una traccia e l’altra! I Chthonic Cult scelgono la formula dell’EP per il proprio debutto sfoggiando quattro canzoni che fanno della velocità di esecuzione il proprio cardine. Niente di inumano, ma di sicuro non ci resta molto fiato se cominciamo ad addentrarci nei riff granitici e nei controtempi della batteria. Qui si paga tributo ai Morbid Angel più serrati, dove la melodia ha davvero poco spazio e si predilige un cantato narrante. L’atmosfera è tutta in mano ai pochi momenti di respiro donati dal basso prepotente e solitario, ma anche qui gli episodi sono veramente pochi, il resto è pura velocità. Il risultato è godibile anche se non c’è molta originalità nella proposta musicale dei nostri. Comunque resta davvero un buon inizio di carriera.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10