(Symbol Of Domination) Dopo un’intro che mi ha letteralmente trasportato dentro una scena de “Conan Il Barbaro”, tra culti infernali e danzatrici nude devote a chissà quale cornodotata creatura, ecco che comincia la mazzata. Sette tracce veloci e cavalcanti gli stilemi del Black norvegese pestato. Non un momento di tregua se non qualche spezzone acustico, “solo” riff macinati uno dopo l’altro con cruda devozione alla divinità caprina, pronti i nostri ad usare ogni rima con fini bellicosi e anticlericali. Ma la formula stra-usata funziona ed è un piacere ascoltare l’album in un’unica tirata, magari con della pessima birra da discount in mano. Sarà per un retrogusto Epic di alcuni ritornelli, ma personalmente l’impressione datami dal combo è stata più che convincente. Si sente che la band ha fatto parecchi live e che i vari strumenti sono ottimamente amalgamati tra loro. Fa sempre piacere ascoltare una musica tanto diretta quanto espressiva eppure mai banale. Si si, prendetevi due pollicioni decisi verso l’alto ragazzi… O preferite indice e mignolo?
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10