(Nuclear Blast) Tornano gli svedesi Avatarium, forti di un successo inarrestabile iniziato immediatamente dopo la formazione (2012). Ovviamente il fatto che line up ci siano Leif Edling (ex Candlemass), Marcus Jidell (ex Evergrey) e Lars Sköld (Tiamat) ha sicuramente aiutato la scalata, ma è innegabile che questo secondo full length sia la conferma della travolgente energia artistica del quintetto di Stoccolma. Si riparte da quanto detto con “Avatarium” (recensione qui), rimanendo fedeli ad un doom oscuro e molto occulto annegato in riff energetici, coinvolgenti ed estremamente melodici… senza dimenticare un delicato tocco di psichedelico. Ma “The Girl With The Raven Mask” è un passo in avanti, sia a livello compositivo che in termini di esecuzione. La band non nasconde, infatti, di aver curato in maniera maniacale il lavoro in studio, partendo dalla scelta dello studio stesso, arrivando alla taratura ottimale di ogni componente (microfoni, strumenti, pedali, ecc.), addirittura facendo prove -proprio in studio- prima dell’effettiva registrazione per avere la certezza che tutto suonasse come previsto. La lead vocalist Jennie-Ann Smith si conferma ad altissimi livelli, offrendo una voce ricca di emozione, sempre intensa e mai scontata o noiosa, decisamente perfetta per esaltare quell’orientamento vintage, quella direzione anni ’70 che il sound della band offre e vuole offrire. Un metallo contemporaneamente moderno e tradizionale, capace di prelevare l’essenza di miti come Black Sabbath e Led Zeppelin, rielaborarla e riversarla in un qualcosa di catchy ma complesso, coinvolgente ma ricco di energia. Apre la title track, un up tempo con un testo molto ben curato. Ma è “The January Sea” che porta sul vero sound degli Avatarium: doom etereo ma intenso, con una performance vocale stupenda… una porta perfetta per il mondo oscuro di “Pearls And Coffins”, dove Jennie-Ann va oltre e supera se stessa offrendo un singing superbo e maledettamente emozionale. Intensa, melodica e oscura “Hypnotized”, ricca di dolcezza pervasa di malvagità “Ghostlight”, poderosa e trionfale “Run Killer Run” mentre la conclusiva “The Master Thief” ipnotizza e stuzzica sentimenti oscuri, profondi, quasi proibiti. Se il debutto era sconvolgente e sinonimo di un altissimo livello musicale, l’esperienza di questi anni e l’impegno nel progetto portano “The Girl With The Raven Mask” ad un concetto che si avvicina alla perfezione. “Avatarium” era immenso. Questo nuovo lavoro lo supera e si rivela ancora più magnetico, fruibile. Assolutamente irresistibile.
(Luca Zakk) Voto: 9,5/10