(De Tenebrarum Principio) Fede. Questa è fede. Fede al black più ortodosso e ristretto. I bresciani Kaiserreich non puntano all’innovazione del genere, piuttosto rimangono strettamente connessi ad alcune regole più o meno implicite del black, curandone tutti i dettagli, si nell’immagine che nella musica. Quasi un’ora, dove le occasionali accelerate lasciano spazio ad una dominante tarata su un suggestivo mid tempo. molto coinvolgente ed atmosferico; otto tracce, cinque delle quali cantate in italiano, tanto per riaffermare quei legami e quegli schemi intrinsechi nel black stesso. Album intenso, misterioso, possente: la qualità è molto alta, ogni strumento splendidamente definito e ogni canzone risulta attraente, capace di catturare l’ascoltatore. “Unico Sole” è lenta, atmosferica e crudele, un pezzo che mette in mostra l’ottima interpretazione del cantante che esterna con intensità tutta la sua sofferenza, arrivando alle soglie del DSBM. Coinvolgente “Bianco Freddo”: black di pregiata fattura, diretto, senza troppi dettagli se non una maniacale cura per trasmettere maestosa negatività. Fantastica la lunghissima “Senza Luce”: veramente ben composta e travolgente anche se per certi versi contribuisce ad una mancata originalità globale (probabilmente intenzionale) anche a causa di una similitudine con i Nocturnal Depression. Altro pezzo incisivo, lento e crudele è lo strumentale “Zero Negativo” mentre trovo geniale “High Hopes”, cover dei Pink Floyd, in una versione completamente stravolta e quasi irriconoscibile (tranello nel quale sono caduti molti, moltissimi colleghi delle più svariate testate elettroniche di settore). Estremi. Fedeli. Diretti. La mancanza di originalità non è per forza una nota negativa, specialmente se l’album risulta così potente e godibile. Sicuramente una release che farà felici i puristi del black, quelli che non vogliono avere nulla a che fare con divagazioni, tastiere, evoluzioni post o imbastardimenti del genere.
(Luca Zakk) Voto: 7,5/10