(Satanath Records) L’intro scelta dal gruppo tedesco non deve fuorviare. No, non siamo di fronte a degli emuli dei Marduk, bensì ad un combo che fa del nichilismo la parola d’ordine: dieci tracce più la sopracitata intro con una lunghezza media di un paio di minuti o poco più, con una batteria comandata da un individuo che evidentemente non pensa ci sarà un domani. Le chitarre sono sfruttate a dovere, per un Black veloce e tagliente, vecchio stile ma non troppo. La particolarità del gruppo sta nell’uso di due distinte voci nel cantato, affidate ad altrettanti cantanti. Uno dei due ha la classica vociona da Black, mentre il secondo si avvicina di più ad un cantato stridulo ma diciamo pure che questa peculiarità è forse uno dei punti a sfavore della formazione. Se da un lato infatti la struttura dialogica dei testi impostati ad hoc per la formazione dona una certa dinamicità alle composizioni, dall’altro lato questa caratteristica sembra stridere con il genere proposto, ossia il Black nichilista, che è un sottogenere molto chiuso nonostante le credenze generali. Resta comunque un valido esperimento, riuscito però a tre quarti. Parziali.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7/10