(Napalm/Audioglobe) Se amate le sonorità alla Candlemass conoscete per forza gli Ahab e il loro “Nautik funeral Doom”: ispirandosi stavolta a Poe, i tedeschi producono un terzo album che, nel bene e nel male, è asfissiante e monolitico come non mai. “Furher South” comincia su tonalità stranamente leggere e con un sofferto cantato pulito: poi d’improvviso si sprofonda nel doom più plumbeo e oscuro, quello dei primi Paradise Lost e Anathema. “Aeons Elapse” è invece da subito una lenta, lunga e disperata marcia funebre che tocca quasi i 13 minuti: è unicamente l’assolo finale, stranamente seventies, a donare un attimo di luce a tutta la composizione. ‘Solo’ 8 minuti per “Deliverance”, poi “Antarctica: The Polymorphess” se possibile rallenta ancora di più il ritmo, dando largo spazio a parti acustiche dalle quali sprigiona senza posa il ghiaccio di cui si parla nel brano. E poi che succede? Sono passati 40 minuti e, a meno che non siate davvero dei fanatici del genere, affrontare “Fathoms deep below” e la titletrack diventa davvero un’impresa: il sound è esageratamente statico e le altre due composizioni (di nove e undici minuti!) hanno poco da mostrare che non si sia già sentito nella prima parte del disco. Un album riuscito a metà, quindi? No, assolutamente, un album pienamente riuscito: ma comunque riservato alla crescente, per quanto ancora molto ristretta, cerchia degli appassionati. Bellissimo l’artwork; disponibile in versione digipack con una bonustrack (altri undici minuti!) o in doppio vinile con addirittura due brani in più.
(Renato de Filippis) Voto: 7/10