(Old Temple) Angoscia e paura. Asfissia psichica e claustrofobia mentale. Emozioni deviate generate dall’ascolto di questo inquietante album dei polacchi Embrional. Le undici tracce, prodotte da Arkadiusz ‘Malta’ Malczewski (il quale ha lavorato anche con Behemoth), sono brutali, poderose, glaciali, e dannatamente ben suonate. Gli Embrional vomitano un death metal brutale, decisamente tecnico, veloce, ricco di riff colossali ed assoli tecnici. La scuola polacca di Vader si sente, ma gli Embrional hanno qualcosa di molto personale, che gli permette di stupire con improvvisi cambi di tempo, inserti ultra tecnici, parti atmosferiche. Percepisco una remota ispirazione ai Nile. Il tutto agli ordini della subdola voce che ricorda bands come i Monolith Deathcult. Si definiscono annientamento death metal ed malattia mentale. Vero, ma sotto c’è una fredda premeditazione che porta a questo potentissimo risultato; basta ascoltare capolavori come la title track e “The Last Step into Nothingness”. Oppure “Bestial Torture” con il bellissimo assolo atmosferico. Fantastici i due pezzi strumentali che spezzano il ritmo: “Necropolis” e “Beyond the Abyss”, dove la capacità esecutiva, compositiva ed emozionale dei musicisti è messa in evidenza. “Dismal Signa” è “un altro” esempio di qualità: ritmata, potente, spaccaossa. La tetra “Vermin of the Earth” chiude questo ottimo lavoro che si mantiene sempre ad alti livelli, senza segni di cedimento o capitoli meno efficaci. La Polonia offre ancora una volta un act di qualità, affermandosi come nazione europea del death metal. Il titolo dell’album è chiaro: comportamento anti umano; anti umano è ciò che descrivono i testi, anti umana è la dose di annientamento che questo disco infligge. Assolutamente poderoso.
(Luca Zakk) Voto: 8/10