(Sleazy Rider) Il sottoscritto ha sempre nutrito una grande stima per questa band, sin dai tempi di “Passage to Arcturo” del 1991 e dei demo di quel periodo. Nonostante poi la band iniziò a pubblicare demo tape già nella seconda metà degli anni ’80. Insomma, i Rotting Christ si avviano a trenta anni di carriera, un arco temporale che li ha visti evolversi e passare da fasi stilisticamente diverse tra loro, pur mantenendo immutata quella sottile e permeante personalità che avviluppa ogni loro canzone. Black, gothic, death metal, i Rotting Christ ne han fatte di cose. Si sente ora il bisogno di una ristampa per “Sleep of the Angels”, album del 1999 e che seguì il ‘rivoluzionario’ “A Dead Poem”, il quale segnò una prima rottura con i modelli black metal. “Sleep of the Angels” avanza già in una dimensione gothic, pur mostrando suoni a tratti ruvidi, ma avvolti da quell’aura epica e melodica che stempera ogni oscurità. Proprio le melodie sono maggiormente imponenti, ampie e si cristallizzano attorno a una serie di canzoni che catturano l’ascoltatore, in particolare citerei “You My Flesh” e perché no, anche “After Dark I Feel” oppure la ‘rockeggiante’ title track. Personalmente non è forse questo uno degli album dei greci da precipitarsi a comprare, eppure è sicuramente uno tra quelli in cui maggiormente si nota la loro eleganza, nonché la capacità di srotolare un tessuto sonoro ricco. Nell’album figura Waldemar Sorychta (produttore, polistrumentista, discografico, già membro di Grip Inc., Therion ecc.), il quale suona la chitarra in “Victoriatus” e proprio in “You My Flesh”.
(Alberto Vitale) Voto: 7,5/10