(Satanath Records) Questo gruppo carioca è attivo da qualcosa come 24 anni! Certo, ci saranno state anche un paio di reunion successive ad altrettanti scioglimenti, ma se non sono dei veterani questi, vedete un po’ voi… Allora, i Coldblood fanno Death a tinte americane, veloce e preciso, giocando su due timbri di voce, un growl e un urlato che si alternano quasi a dialogare. La produzione, va detto, non è delle migliori considerando che questo tipo di musica dovrebbe avere dei suoni nitidissimi per essere apprezzato appieno… diciamo che siamo su livelli sufficienti ma nulla di più, specie considerando il fatto che il genere proposto è trito e ritrito. Quindi se si vuole stupire restano solo due opzioni: essere stra-ispirati o metterci personalità. E ahimè nel caso dei brasiliani siamo scarsetti su entrami i versanti. Mi spiego meglio: il lavoro è un buon disco del genere, ma niente di non già sentito. L’esecuzione è buona ma manca di mordente e non fa decollare mai del tutto l’album… Insomma, niente di nuovo all’orizzonte purtroppo…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 6/10