(Osmose Productions) Sette anni come incubazione di un album Black Metal possono bastare? Se il risultato è questo debutto, direi che possono bastare di diritto. Questi californiani, avulsi a qualsiasi tipologia di Metal moderno, hanno ben pensato di sfornare un’opera di debutto in vecchio stile. Intendiamoci, non siamo di fronte al Black europeo, in quanto la matrice americana si sente tutta, ma chiudendo gli occhi si può odorare il putridume degli anni novanta. Odore ormai sparito dalle megaproduzioni recenti purtroppo, ma qui ci rifacciamo alla grande. Come detto si tratta di scuola americana: riff serrati e simil-Thrash, batteria tagliente e velocissima, basso in secondo piano ma sempre cadenzato, melodie e intermezzi pari a zero. Sembra musica semplice nella descrizione, ma si ricordi sempre e comunque che i Morbi Angel sono i numi tutelari del genere e non sembra proprio facciano musica banale, no? La produzione è ad alti livelli, si aggiunga che la Osmose da in generale una libertà espressiva che permette ai propri protetti dei suoni spesso non pulitissimi ma altrettanto efficaci ed incisivi. Nella fattispecie questo Black necessitava di un suono leggermente pastoso e appena appena indefinito, cosa che è stata seguita dando un risultato clamorosamente efficace. Un’opera prima validissima, senza punti rugginosi o riempitivi. Da avere per ricordarsi che il Black è nato così.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10