(Satanath Records) Ungheresi di origine, i Sin Of God sono al secondo album dopo il debutto del 2012 (anche se il gruppo esiste pensate dal 2004!). Il loro è un death brutal molto pulito e tecnico. La batteria è in costante fibrillazione, ma su tutti gli strumenti troneggia la possente voce del cantante, un buon compromesso tra ugola brutal e cantato death. Le chitarre, pur intagliando riff semplici, sono incisive e ben costruite sul soppalco creato dalla controparte ritmica. Le tracce sono nel complesso tutte riuscite, non ci sono tappabuchi. Certo, non siamo ai livelli di Morbi Angel e soci, ma penso che il genere proposto sia uno dei più ostici da affrontare se si vuole fare qualcosa di innovativo. D’altronde se non ci fossero gruppi così, pronti a portare avanti un verbo tanto antico quanto affascinante, ora probabilmente saremmo orfani dell’intero genere… Integralisti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10