(Autoproduzione) Una lunga intro fatta di suoni disturbati ci introduce all’album di debutto dei Frozen Sand. Mi ha colpito il fatto che loro si definiscono più e più volte dei narratori piuttosto che dei musicisti. Ascoltato il cd, ho capito il perché: la loro è una musica molto sentita, una sorta di progressive dalle tinte molto power, a cominciare senza dubbio dalla voce. Le strutture canzoni non sono mai troppo complesse da mettere in secondo piano l’armonia e la melodia, cosa che accade a mio giudizio fin troppo spesso nei dischi prog. No, qui effettivamente c’è molta passione e poca ostentazione di tecnica (non che non ci sia, chiaro) e per fortuna si sente in ogni traccia, da quelle più dure a quelle più tranquille, alcune cantate addirittura in italiano. Man mano che il disco avanza la componente power si fa via via più forte senza mai far dimenticare le radici prog in un connubio che convince fin l’ultima nota. Alcune soluzioni sonore sono acerbe, ma da un disco di debutto non si può chiedere di meglio…
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10