(Season Of Mist) La Season Of Mist è molto selettiva, propone difatti solo cose di qualità, al di là che poi si parli o meno di metal in senso stretto. Pur essendo questi inglesi più vicini al metal di quanto non lo siano gli odierni Ulver, non posso chiamare il genere con molti epiteti conosciuti. Vi basti sapere che siamo nel filone rock sinfonico e gotico, una sorta di A Perfect Circle molto meno acidi e più votati alla chitarra acustica. La voce femminile e la mooolta calma negli accordi e nell’impostazione dei musicisti coinvolti non deve fuorviare. C’è un che di ancestrale e primordiale nelle quattro composizioni che vanno a formare l’album, una calma che sembra raccontare di paure e timori verso una natura bellissima e incantevole tanto quanto pericolosa e mortale. I suoni di sottofondo sembrano richiamare il movimento dei salici che toccano l’acqua con le proprie cadenti fronde e le foglie che seguono calmi rivoli che si inoltrano nella vegetazione. Tutto nel lavoro concorre a formare una bellissima ballata rock che è nel contempo un omaggio e un tributo alla natura e alla sua duplice identità.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10