(Casus Belli Musica) Descrivere il genere musicale di uno che ha deciso di non avere confini nelle proprie espressioni musicali è alquanto difficile. Il progetto Tamerlan nasce nella disastrata Serbia, forte di influenze culturali tra le più disparate. Sicuramente non è musica estrema nel vero senso della parola, ma è un piacere per l’ascoltatore sentire chitarre acustiche che si mischiano con suoni psichedelici, ritmi doom mischiati col gothic, i Dead Can Dance che si uniscono ai Type 0 Negative. Ce poi dell’ambient in stile Death In June, delle reminiscenze acustiche proprie degli Antimatter più canonici… Tanta, forse troppa carne al fuoco. Ma la struttura dell’album è tale da renderlo un’opera coesa e lineare, con un suo disegno globale ben preciso, ossia la sperimentazione di qualsiasi suono possa essere usato per esprimere sentimenti interrogativi e pieni di timore. L’atmosfera opprimente e straniante che si respira nell’ascolto ne è una prova inconfutabile. Lla fine, un disco riuscito e ben fatto nell’esecuzione e nella produzione. Probabilmente piacerà tanto a chi segue il gruppo da anni tanto a chi se ne avvicinerà per la prima volta. Suadenti.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 7,5/10