(Satanath Records) I francesi Aksaya sono al secondo album solamente, ma devo ammettere che la loro varietà stilistica e maturità mi hanno impressionato positivamente. Immaginatevi una canzone che attacca come una classica composizione dei Dark Tranquillity, poi evolve in un qualcosa di ancora più melodico, segue poi un refrain recitato in lingua madre e completamente strumentale, poi ecco una sfuriata in stile death/black con tanto di possente growl… Ecco, questa è solo la prima traccia di “Kepler”. E il bello è che non siamo di fronte ad un gruppo che vuole impressionare buttando nel calderone ogni ingrediente possibile. No, qui le canzoni hanno una struttura ragionata e ogni traccia risulta alla fine completamente al suo posto nell’album. Il livello esecutivo va di pari passo con la varietà stilistica, nessun elemento è venuto meno in questa release. Ecco quindi un gruppo che davvero non ha un sottogenere preciso, ma che suona una variopinta commistione di stili e cangianti forme musicali. L’unico punto debole, ma che di fatto è un effetto collaterale della scelta stilistica del combo, è una non marcata personalità. Ma si tratta solo di muovere una minima critica laddove il resto dell’album funziona più che ottimamente.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8,5/10