(Napalm Records) Ho sempre considerato i polacchi Hate una band fin troppo sottovalutata, se paragonata ad altre formazioni connazionali, come Vader e Behemoth, nonostante un sound estremamente personale che, in varie occasioni ha influenzato pesantemente lo stile dei Behemoth stessi. Gli Hate sono stati infatti dei precursori, proponendo per primi quella commistione di brutal death e black metal quando la band capitanata da Nergal era dedita a sonorità black tout-court, prima del salto di qualità che ha portato i Behemoth stessi ad essere osannati come capiscuola di un genere. “Tremendum” è un album apocalittico, feroce e sicuramente maggiormente black metal oriented rispetto al passato, pur mantenendo salde le radici death metal, con chiare influenze provenienti dai Morbid Angel, ma con l’aggiunta di elementi in un certo senso progressivi e passaggi piuttosto inusuali, ben integrati nel songwriting diretto e brutale che da sempre caratterizza la band. Le rullate marziali che introducono l’opener “Asuric Being” fanno da subito capire gli intenti minacciosi e bellicosi dei nostri. Il brano aggredisce l’ascoltatore con riff letali e gelidi, tipicamente black metal, mentre la batteria pesta ossessivamente. La voce di Atf Sinner si conferma come una delle migliori nel genere; un growling profondo, rabbioso e perfettamente comprensibile. “Fidelis Ad Mortem” ha un incedere devastante, incentrato su velocità estremamente elevate, ma continuamente innervate da melodie malinconiche, che strisciano sinuose attraverso il muro sonoro eretto. “Walk Through Fire” è un pezzo lungo, articolato e molto variegato, che alterna blast beat e sfuriate strumentali a momenti più ariosi ed epici, con alcune strofe cantate in lingua polacca. Un album sontuoso, aggressivo e magniloquente, che segna una crescita compositiva esponenziale da parte della band polacca, che con “Tremendum” sforna il suo capolavoro.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10