(Autoproduzione) Il progetto internazionale Ruins of Elysium, che vede in formazione anche il chitarrista italiano Vincenzo Avallone, giunge al secondo album: “Seeds of Chaos and Serenity”, in buona parte dedicato a narrare le imprese di Sailor Moon (!), offre un opulento symphonic metal con numerosi momenti cinematografici. Se “Kama Sutra” gioca ovviamente con atmosfere indiane, evidenzia pure subito il possibile difetto del disco: l’impianto sonoro è talmente sovraccarico di cori e voci che potrebbe risultare disorientante! Tra l’altro – so che è stranissimo, e quindi presumo sia dovuto al fatto che sono un ascoltatore non ‘preparato’ – mi sembra talora che le voci siano fuori scala, o comunque non perfettamente amalgamate alla parte metal: soprattutto quando interviene la voce femminile, ho l’impressione che cantato e musica vadano per direzioni diverse… meglio riuscita la gloriosa “Shadow of the Colossus”, che però è lunghissima (quasi nove minuti): la tracklist arriverà a più di 75 minuti, e il minutaggio porterà inevitabilmente con sé qualche lungaggine. Bello il coro di “Serpentarius”, una canzone dove tutto gira per il meglio, e offre belle emozioni anche “Birth of a Goddess”; ma la suite che dà il titolo al disco, e che da sola si prende metà del minutaggio complessivo, ha qualche eccesso di troppo. Se “Crystal” inizia bene, con un altro chorus cinematografico e maestoso, ho trovato prolissa e un po’ confusionaria (nonostante gli ottimi pattern di batteria) “Infinity”, dove ancora una volta mi sembra che non funzionano gli inserimenti della voce femminile. Anche in “Dreams”, dove i singoli elementi sono presi in sé molto belli, è la coesione fra voce (nel finale forse troppo affettata), strumentazione metal, violini e cori a non rendere al meglio; e anche nella conclusiva “Stars” il mio orecchio percepisce qualche dissonanza. A conti fatti, “Seeds…” alterna ottimi spunti a punti eccessivamente carichi: il bilancio non è negativo, ma l’insieme finisce per non entusiasmare.
(René Urkus) Voto: 6/10