(Underground Symphony) Dopo il debut “To the Unknown”, di due anni fa, tornano a farsi sentire i capitolini Sailing to Nowhere: il loro power dalle atmosfere a un tempo fantasy e marinaresche colpisce ancora per la sua freschezza. Dopo la intro, la cristallina “Scream of the World” rievoca i primi Sonata Arctica per le godibili escursioni di tastiere; gloriosa e trionfale “Apocalypse”, che mi ha ricordato molto le sonorità aperte dei Visions of Atlantis. Happy metal veloce e melodico, con belle armonie vocali, per “Suffering in Silence” (certo, il titolo lascerebbe supporre ben altro…), mentre “Our last Night on Earth” divaga addirittura su lidi vicini al progressive. Dell’ariosa “A new Life” funzionano ancora una volta le strutture vocali; mi piace di meno, all’interno dello stesso brano, l’intermezzo diciamo ‘tribale’, in cui mi sono sembrati evidenti i richiami agli Angra. Si chiude con la power ballad “Start again”, che nei suoi crescendo si concede anche un sax. Nonostante i referenti siano chiari e facilmente individuabili, “Lost in Time” riesce bene nell’insieme.
(René Urkus) Voto: 7/10