(Nuclear Blast Records) Parlando del precedente “Hammer Of The Witches” (qui), riconoscevo la personalità della band, la qualità, lo stile, la fedeltà alla linea. Parlai di cosa rappresenti la band, quali siano i punti identificativi; ma nonostante il meritato alto voto, non esprimevo un entusiasmo maniacale. Fu un ottimo album, certo, ma dopo i vari ascolti ai fini giornalistici ed alcuni ulteriori ascolti occasionali, finì sulla mensola della lettera ‘C’ nella mia vasta collezione di CD e vinili, lasciando che altre pietre miliari della band inglese occupassero in maniera irremovibile la mia playlist, quella senza la quale non oso andare da nessuna parte. Con “Hammer…” non percepii alcun risveglio, ritorno in carreggiata o rievocazione di antichi livelli di gloria. Era un ottimo album. Un album perfetto. Ma nulla di più. “Cryptoriana…”, quindi, l’ho ascoltato aspettandomi ‘semplicemente’ un altro album dei Cradle, senza immaginare alcun particolare senso di stupore, passione o coinvolgimento emotivo. Ma è bastato un ascolto, il primo, per capire che qui le cose sono cambiate e sono cambiate per davvero. Inutile che ci giriamo attorno: non ho mai nascosto che secondo me il picco stilistico della band (per tematiche, teatralità, musica, testi, insieme, concetto) è “Cruelty and the Beast”… e tranne qualche piccola parentesi (leggasi: ‘singolo o canzone sparsa qua e la’) era dai tempi di quel maestoso disco che non ascoltavo un full length di Dani & co. in grado di emozionarmi fin da subito, dal primissimo ascolto, accrescendo una morbosa attrazione ad ogni successiva sessione. Ispirato all’occulto, al misterioso e al soprannaturale della tarda epoca vittoriana inglese, “Cryptoriana” è un concetto che rappresenta un tributo di decadenza e senso del maligno, come ogni maledetto testo o idea di Dani… ma è anche un orgasmo sonoro che riesce a mescolare in maniera geniale potenza e melodia (ci sono degli assoli fantastici in questo disco!) con una dimensione cinematografica che cattura violentemente l’ascoltatore e lo trascina nei labirinti putrefatti di quella perversione sconvolgente che è la mente del Sig. Filth. Crudele ed esaltante “Achingly Beautiful”, un brano violento (senza tuttavia essere un insieme di riff thrash deviati da concetti sinfonici come a volte è successo con gli album degli ultimi anni) ma anche esaltato da un cambio di scenografia inebriante. Fantastica “Wester Vespertine“, canzone che mi riporta senza compromessi alla gloria dei brani di “Cruelty…”. Capolavoro di creatività e suono con la conclusiva “Death And The Maiden”, brano dove i chitarristi regalano momenti di altissimo livello tecnico. Una fenice che si risveglia dentro la sua infernale maledizione. “Cryptoriana – The Seductiveness Of Decay” rappresenta una ritrovata ispirazione, un ritorno poderoso, una riscoperta creativa che probabilmente fonda le radici nella ‘vacanza’ di Dani nei diversissimi Devilment e nel consolidamento di una line up relativamente recente (questo è il secondo album inedito con questi musicisti). Non posso dire se si tratta del loro miglior album (in un quarto di secolo abbondante è difficile identificare il lavoro migliore… in quanto le mode, le epoche, la band e lo stile sono sempre in continua evoluzione e vanno classificati nel contesto temporale di ciascuna release). Ma se per qualsiasi ragione non sentivate più quell’odore di deviazione erotica che dovrebbe aleggiare tra le note di ogni composizione dei Cradle, o molto più semplicemente vi mancavano i Cradle of Filth sontuosi e pomposi di un tempo… allora… forse… “Cryptoriana” è la ninfa, la concubina, che soddisferà le vostre i vostri desideri più proibiti.
(Luca Zakk) Voto: 10/10