(AFM) In ambito power, gli Elvenking sono certamente una gloria e una istituzione del nostro paese, secondi in popolarità solo ai Rhapsody of Fire: dopo il live “Night of Nights”, i friulani tornano alla carica con il nono disco in studio. La sbandata (almeno per chi scrive) di “The Scythe” è ormai lontanissima nel tempo, e gli elfi si dedicano con tutta l’anima al loro power/folk contaminato e cangiante, stavolta leggermente più cupo, ma sempre capace di trascinare e convincere. Parte alla grande “Invokig the Woodland Spirit”, con fare teatrale e pomposo, ma senza dimenticare poi potenza e melodia. Genuino il power/folk della ritmata “The One will shall follow”, mentre “The horned Ghost and the Sorcerer” ha proprio un break medievale come nei primi dischi. Più dura “A Grain of Truth”, con chitarre stile prog, qualche growling e la partecipazione vocale di Angus Norder dei Witchery. Apice del disco è certamente “The Wolves will be howling your Name”, che ha praticamente tutto: una miscela di power, folk, gothic con un ritornello stellare, cori epici e mirabili sezioni strumentali… che volete di più? “Straight inside your Winter” si affida molto al violino, e si rivela incredibilmente varia e mutevole; il ritornello di “The Voynich Manuscript” è un’altra perla di questo disco stupefacente, mentre “Summon the Dawn Light” ha quella innocente freschezza che era caratteristica dei primi dischi della band. Prima della dolce chiusa acustica “A Cloak of Dusk”, i nostri hanno modo di regalarci anche gli otto minuti power/prog di “At the Court of the wild Hunt”, con i suoi repentini cambi di atmosfera e la partecipazione vocale di Snowy Shaw. Credo si sia capito come, ancora una volta, gli Elvenking abbiano composto un disco coi fiocchi: lasciarselo sfuggire sarebbe un delitto. E mi dispiace solo non aver potuto leggere per intero i testi, come sempre intensi e tutt’altro che banali.
(René Urkus) Voto: 8/10