(Pitch Black Records) Sicuramente migliore di “Chronicles of Light”, il sesto album degli Arrayan Path continua sulla scia del power/folk ellenico/orientaleggiante nel quale i ciprioti sono maestri. Con la sua intro di sitar, infatti, “Equilibrium” ci trasporta subito, più che in Grecia, addirittura in Medio Oriente; ben concepito il refrain, dal carattere epico. Mentre “Dark Daughter of the Snake” ha un impalpabile ma godibile flavour folk, “The hundred Names of Kali Ma” arriva addirittura in India con melodie ipnotiche. Esaltanti i duelli di tastiere e chitarre in “So it shall be written”, la canzone più genuinamente power del gruppo; “Cremation Grounds” è sicuramente un esperimento interessante, ancora una volta votato a suggestioni orientaleggianti, con parti vocali cantilenanti e ampio uso di strumentazione non metal, tanto che in alcuni passaggi siamo dalle parti degli Orphaned Land. Interessanti trame orchestrali per “Lotus Eyes”, mentre è accorata e pregna di tradizione ellenica la power ballad “Guardian Angel”. Si chiude in velocità con il power tinto di estremo di “Garland of Skulls”. Nicholas Leptos si conferma cantante assai dotato, e merita certamente la sua chance nei Warlord. Vale la spesa!
(René Urkus) Voto: 7,5/10