(Napalm/Audioglobe) Long live Paragon, long live heavy metal! Gli inossidabili tedeschi sono arrivati al decimo album e non una virgola del loro sound è cambiato rispetto agli esordi. E questo nonostante siano passati ben quattro anni dall’ultimo disco e lo storico chitarrista Martin Christian abbia abbandonato la formazione. Limitatezza di fantasia, dedizione al genere suonato, fedeltà ai defenders che dal lontano 1990 ne seguono le gesta? Difficile da dire, sta di fatto che “Force of Destruction” è la decima fucina lavica che i nostri propongono sul mercato variando poco e niente rispetto alle ultime prove. Stavolta, a dire il vero, il songwriting sembra più fresco e ispirato rispetto all’ultimo “Screenslaves” (forse l’album che meno mi aveva colpito della loro carriera), per cui in scaletta si allineano undici brani che finiscono tutti per convincere il fan di lunga data pronto all’headbanging. Il maschio coro di “Iron Will”, la plumbea forza di “Tornado”, il carrarmato lungo otto minuti che risponde al nome di “Blood & Iron” (nella versione dell’edizione digipack partecipano come vocalists Sielck e Kai Hansen); e ancora, la velocità furiosa di “Blades of Hell”, la lentà maestà di “Demon’s Lair”, il coro dell’inno conclusivo “Secrecy” piacciono al primo ascolto. C’è davvero poco da aggiungere in sede di recensione: un disco da comprare o evitare a scatola chiusa, ma che ha sicuramente muscoli, energia e attitudine da vendere.
(Renato de Filippis) Voto: 7,5/10