(Nadir Music) Se è essenzialmente vero che la musica esprime sempre qualcosa di chi l’ha composta, è altrettanto vero che gli album solisti sono sempre un’occasione per marcare questa caratteristica. Di solito infatti, i dischi o progetti solisti di personaggi inseriti inizialmente in altre band, sono spesso prove intimiste, dove solitamente prendono corpo idee non proponibili nel gruppo di origine o almeno non in linea con la proposta musicale di quest’ultimo. Il disco solista della voce dei Sadist… non è un vero e proprio disco solista! L’approccio che ho percepito fin dall’inizio del CD è stato quello di un gruppo vero e proprio. Non a caso secondo me l’autore non ha dato solo il proprio nome al gruppo, ma lo ha connotato nell’idea di un progetto. Insomma, mi aspettavo un disco molto più umorale nel senso più privato del termine, invece ho scoperto un’inedita anima rock ‘n’ roll del barbuto vocalist, autore di uno scanzonato omaggio a icone intramontabili del genere, AC/DC e Motörhead su tutti. Il disco è decisamente da macchina, da ascoltare magari facendosi un viaggetto bello lungo verso un concertaccio di periferia, a volume bello alto e a finestrini abbassati, giusto per disturbare le ignare vecchiette ai semafori. La cosa che più mi ha entusiasmato è la metamorfosi della voce, perfettamente a proprio agio nelle ritmiche rock proposte, decisamente più semplici dei tecnicissimi Sadist ma non per questo meno sincere e passionali. Davvero un disco che non mi aspettavo dal buon Trevor, prodotto e suonato con passione ed un pizzico di humor che comprova che prendersi sul serio al 100% non porta mai a nulla. Ecco, diciamo 90%… Approvato in pieno.
(Enrico Burzum Pauletto) Voto: 8/10