(Nuclear Blast Records) Terzo album per gli statunitensi Khemmis. Un traguardo importante, uno spartiacque che spesso sancisce se una band è destinata all’oblio od alla consacrazione. Fortunatamente, il destino della formazione del Colorado sembra essere la seconda delle due ipotesi, candidandosi seriamente a guidare la scena doom moderna. Questo grazie ad un sound che, pur non inventando assolutamente nulla, mescola le influenze con una personalità ed un buon gusto innati. Oltre a rileggere le sonorità doom (molte le affinità con i Candlemass, dal riffing all’epicità delle parti vocali), i nostri aggiungono armonizzazioni maideniane, potenti accelerazioni vicine al power metal americano, unite a parti malinconiche anch’esse tipicamente scandinave (Opeth, Katatonia, ad esempio). Ottimo il lavoro dei chitarristi Ben Hutcherson e Phil Pendergast, che si disimpegnano egregiamente sia in fase ritmica che in quella solista. I due axe men si dividono pure le parti vocali, alternando vocalizzi puliti ed epici a parti in growl alla Jeff Walker. Un album maturo, che dimostra una crescita esponenziale da parte di una band candidata al ruolo di faro guida della scena doom attuale.
(Matteo Piotto) Voto: 9/10