(Red Cat Inst Fringe) Questo axeman è qualcosa di più di una sbalorditiva cavalcata delle dita sullo strumento. Una mezz’ora di sano heavy metal offerto attraverso sfumature graffianti e potenti. Affiancano Albert Marshall Roberto Gualdi, già batterista per PFM, Vecchioni e Glenn Hughes, il bassista Simon Dredo, collaboratore di Adam Bomb e Alex De Rosso, e uno spettacolare Mark Boals, voce per Malmsteen e altri. Brani strumentali ed “Eclipse” e “Tristam Fireland” con l’aggiunta di Boals, completano alla perfezione questa potente e al contempo accattivante manifestazione di stile di Albert. Uno stile forse non distante da alcuni degli ultimi grandi della sei corde nell’ambito metal, Satriani e Becker ad esempio, eppure si avverte qualcosa di Tommy Bolin e Ritchie Blackmore tra le linee del riffing. Del resto Marshall quando ha imbracciato lo strumento a sedici anni, lo ha fatto ricalcando gli album dei Deep Purple. La linearità frizzante dei pezzi, la volubile e scintillante evoluzione della sei corde, contornata da due musicisti potenti e sopraffini, lasciano che sia Albert Marshall a suonare tracciando ogni direzione. Nessun rimando di sorta in questa coltre di energia delineata da otto composizioni eccellenti, delle quali “Dreamlover” e “Fallen Angel” chi scrive e attraverso un gusto strettamente personale, reputa tra le più significative. Chi è Albert Marshall? Un chitarrista nel vero senso della parola e dello strumento, bravo a comunicare un certo grado di feeling. Negli anni ha conseguito traguardi con lo studio, inoltre Marshall ha ha fatto parte degli X-Ray Life, poi nel 2016 si è esibito di spalla ai Blind Guardian a Kiev con gli Altair, con i quali ha registrato l’album “Descending: Devilish Comedy” (QUI recensito). L’album “Speakeasy” si rivolge all’anima genuina dell’heavy metal, attraverso forse il suo strumento padrone e la sincerità di chi sente proprio il genere.
(Alberto Vitale) Voto: 8,5/10