Sono rimasto davvero strabiliato da “Pure Eternal Hate”, ultima fatica dei ciprioti Vomitile che a mio avviso si candida ad essere una delle migliori uscite in ambito death metal di quest’anno, insieme alle release di Deicide e Monstrosity. È quindi un grande onore parlare con Khatch Yildizian, cantante e bassista della band. (READ THIS IN ENGLISH…)
MH: Ciao. Innanzitutto volevo complimentarmi per il vostro ultimo album “Pure Eternal Hate” (recensione qui). L’ho trovato estremamente brutale, ma con quell’azzeccata componente melodica che lo rende accattivante, pur mantenendo un impatto devastante. Come è stato accolto finora dal pubblico?
KY:Mille grazie, sono felice ti sia piaciuto il nostro ultimo disco. Per fortuna la maggior parte delle reazioni sono state immensamente positive e alla gente piace il nostro approccio al materiale dell’album. Ci sono state delle reazioni negative ma mentirei se ti dicessi che non mi aspettavo reazioni negative, per il semplice fatto che ci sarà sempre qualcuno che si lamenta di qualcosa.
MH: Dopo essermi dilungato in complimenti nella precedente domanda, posso sembrare quasi contraddittorio: nonostante personalmente io consideri la vostra ultima release un ottimo lavoro, vorrei chiederti perché comprare il vostro album. Voglio dire, voi suonate brutal death, un genere tornato in auge negli ultimi tempi, con sonorità piuttosto codificate. Cosa avete in più delle altre bands? Cosa dovrebbe spingere il fan a comprare il vostro album?
KY:Per come la vedo io, che sono uno che continua a comprare dischi ed ascoltare roba nuova, direi semplicemente che una delle principali ragioni per le quali uno dovrebbe comprare il nostro disco è che ti offre quel feeling e quelle vibrazioni del vecchio death metal. Si, è principalmente uno stile old school, ma se lo ascolti con cura, prestando attenzione, ti rendi conto che c’è qualcosa tra le due scuole, quella vecchia e quella nuova, tra lo stile del death americano e quello europeo.
MH: Voi provenite da Cipro, una zona piuttosto inusuale per quanto riguarda la scena metal. Siete la classica mosca bianca, oppure esiste dalle vostre parti una scena con bands meritevoli di avere un seguito?
KY:Quando iniziammo noi, non c’era nessuno che suonasse uno stile puramente death metal. Certo, c’erano delle bands nel passato, ma non facevano death metal, magari suonavano death melodico o altra roba, ma non questa forma di death metal. La scena poi è migliorata con gli ultimi anni, con molte band quasi professionali, ma sfortunatamente non si può dire che c’è una scena metal stabile ed affermata.
MH: Allacciandomi alla precedente domanda, ho notato come il metal estremo sia un genere musicale trasversale, una sorta di unico linguaggio che unisce americani, scandinavi, arabi, ciprioti (nel vostro caso)… Insomma, al di là della cultura di base e della provenienza geografica, il metal viene suonato bene o male ovunque. Come vi spiegate una diffusione così capillare?
KY:Ad essere onesto, con te, non ho mai considerato la cosa da questo punto di vista… credo che quando si parla di un vero metallaro, o un amante del death, c’è una radice che connette molte etnie e culture. A fine giornata si può solo dire che la musica unisce la gente, questo senza dubbio.
MH: Su disco dimostrate di possedere un impatto notevole. Quando avremo la possibilità di ascoltarvi dal vivo dalle nostre parti?
KY:I nostri concerti sono la nostra arma più potente, oltre alla musica. Qui a Cipro, e dovunque abbiamo suonato, siamo noti per offrire uno spettacolo energetico e brutale. Personalmente non sono per gli spettacoli teatrali, con tutte quelle stronzate che si vedono ai concerti. Per me deve essere solo vibrazioni ad alta energia. Speriamo di poter venire in Italia presto, per offrirvi uno spettacolo che spacchi il culo.
MH: Siamo giunti alla fine di questa chiacchierata, e vorrei lasciare a te lo spazio per salutare i vostri fans ed i lettori di METALHEAD.IT. A te la parola…
KY:Grazie mille per questa intervista, auguro il meglio a te e alla tua webzine. Continuate a supportare il metal estremo e, fino alla prossima volta…DEATH FUCKING METAL!!!!
(Matteo Piotto)