(Indie Recordings) Schizoidi. Deliziosamente assurdi e in totale controtendenza, tanto che pure la controtendenza viaggia all’opposto di questa sintesi del contrario, del contrasto. Tale contrasto parte delle definizioni, visto che questo nuovo progetto è composto da personaggi che provengono dagli antipodi della scena artistica. Alla voce c’è una certa Eleni Zafiriadou, dei Sea + Air, una entità indie-pop tedesca che con il metallo non c’entra proprio nulla. Al basso c’è Liam Wildon degli estinti metalcorer americani The Dillinger Escape Plan, e per quanto riguarda chitarra e batteria ci sono i norvegesi Christer Espevoll e David Husvik dei death-thrashers tecnici norvegesi Extol. Se il reparto musicale riporta in qualche modo a sonorità violente, è la singer che rappresenta l’opposto, con una voce pop… a volte spinta alle estremità dello screaming, è quasi come se Madonna si mettesse a cantare per i Cannibal Corpse! Musicalmente l’impostazione è molto tecnica, estremamente progressiva, seguendo sempre questa teoria del contrasto, alternando passaggi progressivi a brutalità spietate, passando per momenti intensi, atmosferici e luminosi. Inquietante e molto tecnica “Interstellar Islands”, brano con una voce angelica che improvvisamente diventa brutale, esattamente come la progressione musicale, la quale si abbandona a bellissime e contorte dissonanze. Spietata “Heart Of Stone”, anche se il ritornello cambia livello, cambia genere, cambia dimensione, prima di assoli palesemente death metal tecnico ed intermezzi dal sapore modern jazz. Suoni rilassanti e sensuali con “Fine Lines”, un brano vicino al concetto di goth-ballad che mi riporta alla memoria i Theatre of Tragedy. Brutale e isterica “Lost In The Ether”, altrettanto scatenata “Spellbinder”, dove il prog estremo diffonde un sapore intenso dallo stile ispirato ai Cynic, uno stile che riecheggia in tutto il disco. Tetra e decadente “Programmed To Distress”. Fantastica e molto metal “Eternal Echo”, una canzone comunque assai strana, che spazia dal progressivo psichedelico a… Kind Diamond. Poderose e molto efficaci, oltre che genialmente strutturate, le due conclusive “Succumb To Sorrow” e “Distant call”. L’album è composto da undici brani che vogliono essere come una pallottola: violenta e fugace, il proiettile entra, ferisce le carni e fuoriesce velocemente: brani brevi (non si raggiungono mai i quattro minuti, e a volte nemmeno i due…) ma carichi di una intensità emotiva eccezionale. Una continua alternanza di orgasmi esplosivi seguiti da stati ipnotici sferzati da controverse psicosi. Un contrasto artistico, sonoro e filosofico che descrive perfettamente la dualità malata dell’essenza umana.
(Luca Zakk) Voto: 8/10