(AFM) Chiassosi, eccessivi e trascinanti, gli svedesi Brothers of Metal (otto componenti e tre cantanti!) avevano già distribuito autonomamente il loro debut l’anno scorso: mi sembrava strano che nessuna etichetta l’avesse notato, e infatti ecco che “Prophecies of Ragnarok” viene re-distribuito dal colosso AFM. La opener “Death of the God of Light” mette subito le cose in chiaro: sound boombastico alla Battle Beast, melodie aperte alla Sabaton (ma meno pacchiane nella resa), temi vichinghi per le lyrics, tendenze manowariane pronte ad esplodere. Roba, insomma, che o si ama o si odia! Lo si vede ancora di più con l’anthemica “Son of Odin”, dotata anche di un break di sapore folk, mentre la titletrack è un inno scontato quanto si vuole… ma vi sfido a dire di no alle linee di basso alla De Maio, alle citazioni (ormai ultranote ed abusate) dalla “Völuspa”, al refrain scontato quanto vincente. Il ritornello di “Defenders of Valhalla” (che si apre sulla frase ‘They can take away our Lives… but they can never take away… our Metal!!’ arriva quasi ai Freedom Call, ed è impossibile dire di no anche a quello di “Yggdrasil”, vicinissimo però a cose dei Battle Beast. Boombastica anche “Silblings of Metal”, mentre il mid-tempo “Freya” ha molto dell’epicità degli Ensiferum. Il folk caciarone di “The Mead Song” è invece affine a quello degli Alestorm, mentre “Sleipnir” esagera forse con tastiere e linee vocali stile ‘Neverending Story’. Ancora un inno, che mi ha ricordato i Wizard, per “Fire Blood and Steel”, quindi la conclusione è lasciata alla lirica “We believe in Metal”, dove sento nuovamente il tocco allegro e allo stesso tempo fiero dell’inossidabile Chris Bay. Un mix oggettivamente avvincente… ma ovviamente non per tutti i metallari lì fuori.
(René Urkus) Voto: 7,5/10