(Moonlight Records) La mancanza di luce descritta dal titolo di questo album è ampiamente confermata nel corso di questi quaranta minuti di riffing esagerato, voce estremamente incazzata e groove in perfetto stile stoner. Nonostante un richiamo a bands quali Pantera e Lamb Of God, gli Italiani Throne riescono ad essere personali, distribuendo un costante senso claustrofobico durante le dieci canzoni di questo debutto. Considerando che la band è molto giovane (fondata nell’agosto del 2012), bisogna assolutamente dire che ci sanno fare, che c’è intesa tra i membri del gruppo i quali, assieme, emanano odio e furia costanti. Molto bella la opener “Prefer To Die”: pesante, lenta, quasi Sabbathiana, in grado di dimostrare che la band è molto più portata per queste divagazioni doom, rinunciando alla velocità la quale farebbe sicuramente perdere mordente. La voce di Samu è estremamente brutale come si sente molto bene su pezzi come “Black Crow”, ma a volte risulta leggermente monotona… tranne in pezzi come “Forsaken” dove la parte parlata, o meglio sospirata, abbinata con i cori rende la canzone ancora più tetra ed inquietante, con un risultato molto valido; sicuramente l’aggiunta di una voce clean, darebbe alla band un segno di distinzione, sollevandoli da questa omogeneità nei confronti di altre bands simili. Tutto l’album è pervaso da questo alone tra il southern ed il death metal, che rende ogni singola traccia molto personale, elaborata, estremamente brutale, ma anche melodica e complessa. Un buon debutto, una band che potrà evolversi in molteplici forme, trovando personalità ed ulteriore impatto acustico.
(Luca Zakk) Voto: 6,5/10