(Werewolf / Hells Headbangers) Dalla fervida scena black finlandese tornano con il quarto lavoro i Förgjord, a tre anni dal convincente “Uhripuu” (recensione qui). Proprio su “Uhripuu” la band esternava una violenza disumana pregna di tendenze black’n’roll ed atmosferiche, il tutto sotto le brutali sferzate di linee vocale molto lontane da concetti umani, ma con “Ilmestykset”, diavolo, le cose si fanno mostruosamente più serie: il vocalist rimane un reietto dei gironi più decadenti dell’inferno, ma musicalmente l’onnipresente violenza diventa melodia, atmosfera epica, crescendo illimitati ed un senso di coinvolgimento quasi incredibile, dimostrando una maturità artistica degna dei quasi cinque lustri di carriera. Il titolo significa “Rivelazioni” anche se il termine non è biblico ma riferito alla fantomatica Maria Åkerblom, leader di un movimento evangelico finlandese, elevatosi allo status di culto nel paese dopo gli anni ’20, il quale vedeva la condottiera come un profeta, una persona ‘capace’ di pregare in stato di trance. Apparentemente il punto di forza della band è la capacità di manifestare musicalmente il lato oscuro della mentalità del paese di origine, vagamente seguendo la tendenza delle bands appartenenti alle legioni nere francesi: un thrash spinto a livelli disumani abbinato a momenti di totale ipnosi e astrattismo spirituale contorto, perverso ed indecifrabile, tuttavia pervaso da una profonda malinconia più tipica di una cultura resa schiava da un clima dominato da tenebre e ghiaccio. “Orjahuoran Laulu” è elettrizzante, sconvolta, sfacciata… e come tutti i brani del disco offre un groove liturgico dannato ed irresistibile. Pesante e maleducata “Karsikko”, ma anche catchy e subdola in maniera perversa. Pericolosamente inquietante “Maailma Palaa”. Ricca di cori seguiti da un mid tempo sporco e dalla distorsione offensiva la sublime“Kaksitoista Kuolemaa”. Introspettiva e mistica la parentesi melodica di “Surmanluodit”, la quale conduce al nervosismo di “Pohjolan Soturi”, brano estremo cadenzato da un heavy metal perfettamente amalgamato in questa gelida teoria della distruzione, prima della conclusiva e relativamente lenta“Kaikkivaltias”, canzone ancora una volta epica e tragica, stimolante e decadente. Album emozionante ed emozionale. Dannato, tetro, crudele, cinico ma totalmente suggestivo. I Förgjord riescono a catturare, impressionare e pure turbare con sublimi e repentini cambi scenografici che si fiondano da una brutalità gratuita alimentata da un odio indomabile, ad una melodia sopraffina, costellata da tendenze epiche, ambientazioni atmosferiche e divagazioni folk. Il tutto sferzato da un black metal ribelle, sempre desideroso di abbandonarsi ad una fondamentale ignoranza ed una diretta espressività tipicamente black’n’roll!
(Luca Zakk) Voto: 9/10