(Heart of Steel Records) Il giovane e prolifico polistrumentista Filippo Tezza, già unico membro del progetto black Silent Oath, è anche il mastermind assoluto di quest’altra band dedita a tutt’altre sonorità: e se si fa eccezione per il suono della drum machine (e magari anche per il monicker…), bisogna riconoscergli di aver fatto un egregio lavoro con questo “The Message”! L’album farà la gioia di tutti coloro che, in materia di power metal, non sopportano per niente le nuove tendenze (molto più orientate sui versanti viking e thrash), ma sognano ancora i primi Avantasia, gli Stratovarius di quando Tolkki era quasi magro, e i Rhapsody quando si chiamavano solo Rhapsody ed erano una sola band. Otto i brani (oltre a quattro interludi) per questo disco dove il minutaggio dei singoli pezzi è spesso molto esteso (la somma raggiungerà quasi 70 minuti). “Wings of a Tragedy” ha quei toni tastierati da power fine anni ’90 (stiamo quindi parlando della golden era!): Labyrinth, primi Vision Divine, Wonderland, ma anche gli Stratovarius di “Visions” mi sembrano i referenti principali. “Fading Lightless” ha una dimensione molto più progressive (confacente alla durata del pezzo: 8’30’’), ma anche un ritornello ipermelodico rhapsodyano. Harpsicord e un ritornello chilometrico per la bella “Whisper Symphony”; più di un elemento estremo in “My Face in the Mirror”, altro brano molto lungo ma non per questo fiacco o snervante. “This shining Flame” è una power ballad pomposa, in “Outside” dominano i toni happy alla Freedom Call: e siamo così arrivati ai diciotto minuti della titletrack, che è particolarmente riuscita nel primo, epico momento slow. Il tasso di tastiere e melodia di “The Message” mi ha fatto ricordare quando avevo diciassette anni e ascoltavo “Legendary Tales”, “Episode” e “Nightfall in Middle-Earth”: durante l’ascolto quasi mi scappava la lacrimuccia! Disponibile (purtroppo!) solo per il download digitale.
(Renato de Filippis) Voto: 8/10