(Go Down Records) Quattro disgraziati che respirano attraverso una bottiglia di whiskey, anzi grappa, considerando la loro provenienza Veneta. Quattro sballati che si sono auto condannati ad una esistenza devastata, decadente, dove l’unica cosa che conta è avere una sigaretta in bocca, un palco per suonare, meglio se dentro uno strip club, intrattenendo un mucchio di esseri umani senza speranza che si muovono con il ritmo di questi Motörhead vicentini, ovviamente mentre una dozzina di puttane s’attorcigliano attorno un palo da lap dance, strusciando tutto il proibito, il desiderabile contro l’invidiatissimo palo. Rock alcolico, rock pornografico, rock fumoso, fumato, fumante. Dannato blues con un piede sull’acceleratore, e qualcosa come una lavatrice arrugginita e mal funzionante adattata a distorsore di suoni. Suoni grezzi, suoni coinvolgenti, assoli isterici, paranoici, “cocainici”, totalmente elettrizzanti. Ed intanto Lispio fa lavorare quel cazzo di basso elettrico, eiaculando delle linee assolutamente invincibili, totalmente dominati, un’autentica spina dorsale di una struttura musicale poderosa, con un certo Cib che picchia duro sulla batteria, uno di quelli che per farlo smettere di suonare gli devi sparare con una calibro 22 tra gli occhi. E mentre questi due ritmici vanno un po’ per la loro strada, senza fregarsene degli ostacoli, Joker divora il microfono con la sua voce “senza filtro”, tabacco di qualità, rullato a mano, cartine incollate con lo sputo. E in mezzo a questo tripudio di vita rock, c’è il buon (?) Pante, che con la sua schifosissima chitarra tiene insieme gli altri devastati, fendendo l’aria con riff micidiali, assoli assurdi. Questo è rock’n’roll signore e signori (scusate la formalità, anzi no, offendetevi pure, non me ne frega), questa è l’essenza. Questo è il cavo che collega una chitarra popolata di adesivi di scarsa qualità ad un amplificatore tutto ammaccato, ma con le valvole frizzanti, luminose… bollenti. Ci sono sigarette? C’è almeno una scorta di quattro casse di birra? Le puttane continuano a dimenare il culo? Perfetto. Questa è l’unica vera situazione adatta ai Kani. “Go To Bed With Us”, poco da spiegare. Loro stessi lo dicono: sono interessati a voi e alle vostre sorelle. E come un’assurda orgia di corpi sudati, questa canzone pulsa, batte, un cuore eccitato, ai limiti dell’infarto. E considerato che il rock’n’roll è più importante di Dio, parole loro, approvazione mia, allora è giusto far vomitare agli ampli pezzi come “Electric Church” e “Drinkndrive”, giusto per dare quel gusto suicida a tutto questo casino. E quando quelle chiappe devono dimenarsi in modo più caldo, più erotico, la colonna sonora è sempre dei Kani: “Badass Boogie”, troppo heavy per essere boogie, troppo boogie per essere heavy, troppo una figata per non essere sparata a volumi proibitivi. E se l’alcol ha già preso il controllo della mente, è sufficiente “Die Hard” per andare oltre. E se nemmeno questo vi bastasse -voi siete tipi tosti non è vero?-, potete sempre optare per una violenta sofferenza con “We Bite”. E tutte quelle puttane? Loro ballano, devono ballare. I Kani hanno scritto loro pure una ballad, “Dancing Star”. Cosa volete di più? Fanculo a tutto. Tranne al rock’n’roll.
(Luca Zakk) Voto: 8/10