(Memento Mori) Con un mese e mezzo di anticipo, posso già annunciare il mio album preferito di questo 2019 che sta volgendo al termine. “Drowned in Gangrenous Blood” è un capolavoro di puro, incontaminato e marcio death metal. Niente orpelli, seghe strumentali e batteria triggerata; la formazione ellenica ci riporta ai fasti di acts come Incantation, Immolation, Morbid Angel, Deicide e Benediction. “Groans Of Excruciating Torture” apre l’album con rintocchi di campane seguiti da un riff sabbathiano fino al midollo, prima di accelerare repentinamente… accelerazioni brusche e violente, senza mai scadere nei blast beat tanto ultimamente abusati. “High On Adrenochrome” stupisce per la varietà di cambi di tempo, tra stacchi thrash e claustrofobici passaggi doom. “Return To Soil” richiama i Morbid Angel di “Blessed Are The Sick”, tra riffs contorti e massicci. Ottima la voce di Giannis Grim, dotato di un growl profondo ma perfettamente comprensibile, una via di mezzo tra Dave Vincent, Glen Benton e Dave Ingram. Un album ispiratissimo dalla prima all’ultima canzone, senza nessun riempitivo. Uno dei migliori lavori del genere da vent’anni a questa parte. Capolavoro!
(Matteo Piotto) Voto: 10/10