(Tsunami Edizioni) Cinquant’anni? Cinquanta dannati anni? Diavolo… ed io che iniziai ad ascoltare metal quando l’allegro e colorato hard rock era ancora considerato la musica del diavolo. Quando avere i capelli lunghi era da drogati (santi dell’iconografia religiosa a parte). Quando andare in giro con una toppa sul giubbino smanicato era da sudici e reietti. Quando i belli ed eleganti (all’epoca i Paninari, oggi credo quelli con i risvoltini) ti guardavano come uno sfigato, ma tu sapevi di avere dalla tua il metallo con tutta la sua forza ed energia.
Cinquant’anni che il Cerati riassume in maniera non solo esaustiva, direi piuttosto maniacale in questo suo nuovo enciclopedico libro.
Ma attenzione, non si tratta di una enciclopedia in senso stretto del termine; enciclopedico in quanto erudito, non certamente enciclopedico nel senso del formato o dell’impostazione accademica! Nonostante il libro sia ben suddiviso tra epoche, argomenti, punti di osservazione (testi, simboli, arte, storia, economia, ecc.) questo volume di quasi quattrocento pagine è un vero e proprio manuale del metal, camuffato da racconto… anzi, da recensione, visto e considerato che Cerati di recensioni nella sua carriera ne avrà scritte centinaia; infatti il linguaggio del libro è molto diretto, in linea con il testo medio di una recensione dei dischi della musica che tutti noi amiamo, compreso l’uso forse fuori luogo del plurale maiestatis, oppure un certo abuso di espressioni quali ‘i nostri’, per evitare una ripetizione parlando di una band… espressione che ho sempre trovato scadente in quanto pone un interrogativo: cosa potranno mai pensare gli artisti presi in considerazione davanti a questa dichiarazione di possesso? A me darebbe fastidio!
Ma alla fine dei conti il testo deve risultare fruibile a tutti gli amanti del metal: dal laureato in lettere, al cattivone selvaggio e senza cultura, membro di qualche gang di periferia e devoto alle divinità intramontabili, Lemmy o Ronnie James tra queste.
Mostruoso il lavoro di lettura ed interpretazione dei testi: Cerati non solo ascolta la musica, non solo fa un’analisi a fini giornalistici, ma legge e spiega il testo, collocandone i concetti espressi sulla scena in esame, sul momento descritto e sul percorso storico che certifica una evoluzione e una progressione del genere musicale, dimostrando tra l’altro un’ampiezza di gamma immensa, coprendo sotto generi anche lontani tra loro.
Cerati analizza e svela fatti e significati celati nei contenuti dei brani, nei testi, nella poesia delle bands, passando per tutte le correnti di ispirazione (da sci-fi, guerre, sangue, gloria o satanismo… fino ad autori o personaggi quali H.P. Lovecraft o Aleister Crowley). Con precisione e ricchezza di dettagli il libro esamina le associazioni principali del metal con ciò che lo e ci circonda, dalle religioni (sia a favore che contro) ai motori, dalle guerre alla gloria eterna, dagli alieni alla consapevolezza della morte, tanto che ogni sezione del libro porta in evidenza un ampio range di bands rappresentative dell’argomento, dalle più note alle meno note, quest’ultime comunque essenziali per la conformazione di un determinato sottogenere stilistico, sonoro, lirico o visuale. Il meticoloso lavoro di ricerca rende il volume uno strumento avvincente capace di spiegare tutto ciò che è noto, ma offrendo altresì l’opportunità di scoprire tutto quello classificabile come meno famoso, cosa tra l’altro utile ed importantissima per i più giovani seguaci dell’heavy metal, vogliosi di fare un viaggio nel tempo fino alle radici del loro piacere e senso di ribellione.
Metà del volume si concentra sui concetti lirici di moltissimi brani metal, legandone indissolubilmente il significato ad epoche, fatti, momenti, sogni, desideri ed anche alterazioni. Il resto del libro, sempre con una precisa e profonda ricerca espressa con un linguaggio rockettaro e diretto, tocca altri importanti argomenti come altre forme d’arte: il cinema ed i suoi forti legami con il metal, le maschere (costumi e face painting compresi), il demenziale, i rituali e la componente teatrale della musica e dei concerti, fino a icone e portabandiera diventati leggendari (Eddie degli Iron Maiden e Snaggletooth dei Motörhead tra tutti!), o arte alternativa e palesemente inquietante (H.R. Giger, William Blake).
Interessante e ben fatta, con un’analisi intelligente, la sezione dell’evoluzione socio economica del metal, la quale si esprime in maniera esaustiva anche sulla geografia e sulla mappa della provenienza del metal nel mondo, sul branding (con punti di vista molto validi), fino ai prodotti discografici o le mosse commerciali delle stesse bands.
Mi prendo il permesso di citare una frase che emerge ad un certo punto della lettura: “Il metal è per sua natura una musica spettacolare, ad altissima intensità emotiva, caratterizzata da suoni fortissimi e armonie roboanti.”
Esatto! Questo è il metal! Emozione, forza, energia. È per questo metal che noi ci ammassiamo ai concerti (credo che il metal sia il genere con più fedeli ‘a prescindere’ in assoluto… uno dei pochi generi settoriali e con senso di fratellanza, uno dei pochi generi aperti a tutti con festival di settore ovunque nel mondo). È per questo metal che esistono persone le quali, un bel giorno, decidono di prendere carta e penna per scrivere qualcosa, a supporto del metal stesso!
Che poi ne esca una recensione, un report o un libro, poco conta. Quel che conta è la passione. E la passione di Cerati per il genere è una conferma costante, dilagante, esplicita ed irrefrenabile; una passione presente in ciascuna parola di ogni pagina rinchiusa in questo esaustivo e completo resoconto del metal, dalle origini fino ad oggi.
(Luca Zakk)