(Karisma Records) La terza conquista della crociata portata avanti dalla Karisma Records ed incentrata sulla ripubblicazione dei dischi della band norvegese Seigmen, non poteva non glorificare “Total”. Album essenziale, album ‘di svolta’ per questa band poderosa ma sempre relegata al paese di origine. Questa reissue, oltre a tornare in formato CD, oltre ad essere per la prima volta su vinile (doppio, con cinque bonus track), oltre ad essere stata sottoposta ad un ottimo remaster… è la vera e propria celebrazione della direzione sonora progressiva, alternativa ed oscura dei norvegesi, cosa che troverà amore tra i fans dei Tool. “Total” uscì nel 1994 e fu prodotto da Sylvia Massy, nota per aver messo le mani anche su capolavori quali “Pleasures of the Flesh” degli Exodus, ma soprattuto per avere prodotto l’anno precedente “Undertow”… proprio dei Tool, portando quel senso, quell’ispirazione pungente anche dentro la struttura sonora dell’album dei Seigmen. Ritmiche possenti, linee di basso immense, identificative e prepotenti, voce spettrale, con le chitarre si inseguono e creano pattern intensi, suggestivi e travolgenti. Immensa e destabilizzante “Colosseum”. Divagazioni ricche di pulsazioni lontane dal una dimensione terrestre con “Ohm”, treccia con lyrics nelle quali regna depressione e decadenza assoluta (“la meg ligge, la meg ligge igjen”, ‘lascia che mi corichi, lasciami in pace’). Vocalist favoloso su “In Limbo”, luci soffocate dalle ombre con la classica “Döderlein”, le quali si spengono definitivamente nell’introspettiva ma poetica “Sort Tulipan”. “Lament” offre un grunge che vuole essere metal ma che strizza l’occhio al pop grazie a melodie provocanti. “Fortell” si colloca tra alternative rock ed i Morphine, mentre non c’è più speranza all’orizzonte con “Nephilia”, regalando un qualcosa che ha gusto tribale, spirituale… folk. Stupenda la vibrazione tetra di “Monument”, il brano con un testo tanto breve quando impattante (“Monument, et hjerte av stein”, ‘monumento, un cuore di pietra’), possenti accenti brillanti che si disperdono in una nebbia fitta ed uggiosa sulla conclusiva “Pantheon”. Pura malinconia, espressione dell’epoca di concepimento del disco. Un pezzo di storia assolutamente imperdibile.
(Luca Zakk) Voto: 9/10