(Non Serviam Records) I peruviani Two Face Sinner arrivano al fatidico terzo albume e, come da tradizione, il lavoro fa evidentemente da spartiacque tra le loro prime produzioni e quello che, si spera, sarà l’inizio di una lunga discografia. La traccia di apertura, “Invoking Evil”, è un programma già dal titolo. Un’apertura senza dubbi o fronzoli, che punta diretta ad un black/death di matrice americana, anche se il suono generale non diventa mai tecnico al punto da anteporre la freddezza del death sull’immediatezza della componente black. Attraverso dieci tracce i sudamericani mettono mano a tutta la loro esperienza e creatività, creando un lavoro compatto, senza riempitivi e molto ispirato. Soprattutto, colpisce la parte atmosferica creata dalla componente black, che si mischia perfettamente con i suoni nettamente più moderni del death, senza perdere però un seminale senso di primordialità e oscurità che rimanda a dei delle antiche civiltà sudamericane. Un disco stranamente maturo per una band tutto sommato giovane in termini di numero di album pubblicati, anche se s’è da considerare che cinque sono gli anni che ogni volta il gruppo fa passare da una release all’altra, segno di una solida tempistica dedicata alla composizione e alla scrittura delle proprie opere. E penso che questo si senta in ogni singola traccia del disco.
(Enrico Madoacus) Voto: 9/10