fotogoatcraftLonegoat è un solitario. Nel senso che armato del solo pianoforte ha costruito un intero album. Solo le dita che pigiano i tasti bianchi e neri e intorno a lui solitudine. Un concetto rafforzato da un’immagine espressiva di copertina e qualche parola nel libretto presa a prestito da alcuni nomi celebri. Le sue parole permettono di comprendere ancora meglio lo scenario. (english version)

Un debut album con un solo pianoforte elettrico, credo sia una scelta coraggiosa. Da cosa hai preso spunto per incidere un lavoro del genere, senza altri strumenti e sovraincisioni?
Grazie per l’intervista Metalhead.it! Conta molto per me!
Mi sono imbarcato nel progetto Goatcraft dopo che ne ho avuto abbastanza del metal. Sono arrivato al punto di volere esprimere i miei sentimenti al piano piuttosto che in una metal band. Penso che la musica da sola abbia elementi a sufficienza da non necessitare alcun altro strumento o voce. L’ascoltatore poi giudicherà da solo. Non è roba per tutti. Quelli che vogliono la chitarra che fa numeri ne rimarranno delusi, mentre quelli che cercano i suoni neoclassici potranno divertirsi con la mia interpretazione.

Quali sono state le reazioni generali nei confronti di “All for Naught”?
L’album è appena stato pubblicato. Come mi aspettavo, piace a quelli con un background musicale classico, mentre quelli che vogliono solo un brutal death metal lo odiano da morire. Penso questo sia solo l’inizio del progetto. Ci sono altre cose che voglio fare. Senza scendere nei dettagli, voglio dire che voglio spingere il progetto oltre, mantenendo lo spirito del metal vivo nel piano.

E’ vero che hai da parte almeno 500 pezzi o comunque che sei partito da quelli per realizzare “All for Naught”?
Ho avuto un grosso problema nel suonare materiale cosi’ senza preparalo prima. Preferisco scrivere musica piuttosto che suonarla, se questo può rendere l’idea. Io sono il tipo che torna a casa dal lavoro, mette giù delle idee o nuove canzoni, e le aggiunge all’archivio. C’è un eccesso di materiale dal quale attingere per composizioni future, ma io comunque guardo avanti e non indietro. Penso di potermi migliorare ogni volta. L’album “All For Naught” riproduce i pezzi di piano dei quali ero più fiero in quel periodo.

copgoatcraftZus di Plutonian Shore ha fatto un gran bel lavoro con l’artwork. Quale idea ha concepito l’immagine?
In origine, Goatcraft aveva un’estetica alquanto blasfema. Io e la Forbidden Records abbiamo discusso relativamente a come deve essere mostrato il progetto, ed il nostro compromesso è il risultato che vedi. E’ una capra che sta sopra una montagna. Da sola. Isolata contro gli elementi. Si adatta al 100%. Zvz ha  superato se stesso. E sono felice di averlo come amico.

Nel boklet del CD riporti citazioni di Celine, Nietzsche, Heiddeger, Marco Aurelio, Cioran, Ernest Becker. Cosa ti ha indotto a riportare le loro parole?
Sono un nichilista, ovvero una forma estrema di realismo. Dal momento che non ho testi sui quali esprimere i miei concetti, ho pensato che ci stava mettere dei pensieri di alcuni filosofi il cui pensiero  mi trova d’accordo. Alcune persone possono capirlo, altre possono pensare che è spazzatura, ed altre magari manco li guarderanno. Sono li per una ragione specifica.

Grazie per la tua disponibilità, rivolgiti pure direttamente ai lettori.
Grazie per prenderti il tempo di intervistarmi. Voglio estendere la mia gratitudine ai tuoi lettori italiani. Se gli piace il pianoforte, allora gli può piacere Goatcraft.
Saluti dal Texax, USA!

(Alberto Vitale con la supervisione di Luca Zakk)

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