(Century Media) Inquietante ed oscuro. Ispirato e ricco di sentimenti. “Construct” apre con la stupenda “For Broken Words”, dove quella lama estremamente tagliente quale è la voce di Stanne assalta l’ascoltatore, mentre si rivela una costruzione musicale di superlativa qualità, con suoni potenti, registrati in maniera sublime, con arrangiamenti geniali, con quei riff poderosi e quell’uso dell’elettronica sofisticato ed intelligente. Sono tornati. Sono loro. Molti sono rimasti delusi dai precedenti due o tre album, ma per coloro che hanno saputo attendere, per coloro che hanno avuto fede, “Construct” è il premio. È la redenzione. E’ ciò che ci si aspettava. Potrei osare e dire che si tratta del successore di “Projector”. Atmosfere cupe, ambientazioni dark, la voce di Stanne che si alterna tra un growl inimitabile ed un clean avvolgente, cupo e lascivo. Album riuscitissimo, album che si rivela ascolto dopo ascolto, quasi fosse un un dedalo pieno di ricchezze, le quali si mostrano in tutta la loro brillantezza man mano che ci si addentra nei meandri oscuri. Malvagità espressa da “The Science Of Noise”. Decadenza ed oscurità con la seducente “Uniformity”. Criptica, contorta “Apathetic”. Diverse, strane, allucinate “What You Only Know” e “Endtime Hearts”. Rapiscono i Dark Tranquillity con “State Of Trust”. Prendono possesso della mente con “None Becoming”. Ritornano con questo “Construct”. Una band sempre coerente e fedele a se stessa, capitanata da un artista contorto e geniale quale Mikael Stanne. Ventesimo anno, decimo album. Tanti anni, tanta musica. Ma loro sono ancora qui, freschi, nuovi, potenti e superiori. Bentornati. Ancora una volta.
(Luca Zakk) Voto: 8,5/10