(Ektro) Da wikipedia: “La trance è uno stato psicofisiologico caratterizzato da fenomeni quali insensibilità agli stimoli esterni, perdita o attenuazione della coscienza, dissociazione psichica, che può essere indotto mediante ipnosi o autoipnosi. Alcune persone – sensitivi, sciamani, medium ecc. – riescono ad ottenerlo spontaneamente.”. Per (quasi) tutti gli altri? “Six Day Run” è la porta verso una dimensione extrasensoriale totale, assoluta, fantastica. Scritto per la colonna sonora dell’omonimo cortometraggio QUI del regista Finlandese Mika Taanila, “Six Day Run” cerca, e ci riesce, di portare l’ascoltatore verso lo stato psichico di un runner che partecipa al “The Self-Transcendence Six Day Race”, una gara che si tiene a New York, dove i partecipanti devono percorrere il più alto numero di miglia in un loop di un miglio, sfidando il sonno, la fame, la sete, la resistenza fisica e mentale. I Finlandesi Circle (recentemente hanno cambiato moniker, ora si chiamano Falcon), da oltre vent’anni geniali nel reinventarsi, nel creare rumore, suoni psichedelici, ipnotici, a cavallo tra chill out e beat ossessivi, con questo lavoro propongono una interpretazione sublime di quelle che possono essere le sensazioni provate da un partecipante a questa gara terribile. Sei i pezzi contenuti, uno per ogni giorno (I titoli sono infatti “Day One”, “Day Two” ecc.), i quali accompagnano verso uno stato di deviazione mentale progressivamente crescente. Il primo giorno, rappresentato da un pezzo stupendo, è quasi allegro, pieno di ritmo cadenzato, forze ancora fresche, risorse ancora al massimo livello. Sensazioni epiche, voglia di immortalità. Il secondo giorno è quasi arrabbiato, furioso. Sensazioni aggressive che si disperdono in uno spazio infinito, ritorno alla radice dell’essenza umana, mentre la mente inizia a divagare, a perdere il contatto con la realtà e si riduce all’essenziale: far muovere le gambe. Al terzo giorno lo stato mentale è isterismo puro. Pezzo angosciante, sconvolgente. Siamo a metà gara. Il quarto giorno sembra il primo, giro di boa, punto di non ritorno. C’è una sensazione mistica nell’energia ancora rimasta. Il quinto giorno è veloce. Il cervello non lo computa. Scorre rapido, scorre solo per coloro che sono ancora in gara. Siamo nel territorio delle capacità umane ancora sconosciute all’umanità, alla scienza. Il sesto giorno è trance. La mente non è più connessa. Il corpo, quello che ne è rimasto, opera con coscienza propria. La mente è annientata da fantasmi, da visioni, da stati non prevedibili dalla psicologia conosciuta. Improvvisamente tutto rallenta. Si spegne. Finisce. Tramonto del sesto giorno. Traguardo finale. Qualcuno ce l’ha fatta. Per qualcuno, nella variante della gara a 10 giorni, è appena stato varcato il portale della follia.
(Luca Zakk) Voto: 8/10