La divinità etrusca Voltumna impersonava il mutamento delle stagioni e sovraintendeva alla maturazione dei frutti. Curiosamente la radice semantica di questo nome è indoeuropea ed è la stessa del verbo latino “vertere”, cioè cambiare (fonte wikipedia, ndr). Voltumna è anche una blackened death metal band di Viterbo, la quale propone nelle tematiche e nell’immagine riferimenti diretti alla cultura etrusca. Una proposta in un certo senso totalmente italiana, dunque un messaggio per niente importato. Gli Etruschi, popolo misterioso perché non ancora del tutto scoperto e decifrato. Popolo ricco di riti, religione, usanze affascinanti e che nei secoli sono penetrate addirittura nelle filosofie occulte. Tutto questo è manna se inserito in un contesto di metal estremo. I Voltumna lo hanno fatto e adesso potrebbero segnare la nascita di un qualcosa (l’etruscan death/black metal?) o più semplicemente saranno il “vertere” verso una riscoperta di tematiche nostrane, a discapito di quelle pedissequamente importate. Risposnde alle domande il cantante Simone Scocchera.
“Etruscan Death/Black Metal”, so che il metal basa molto di se stesso sull’immagine, ma alcuni ne fanno anche una filosofia o una tematica fondamentale che è parte della propria musica: penso al vampirismo nei Cradle of Filth, alla guerra nei Bolt Thrower, la mitologia norrena negli Enslaved e altri. Ho citato artisti già noti, voi invece esistete da pochissimi anni e avete scelto gli etruschi. Popolo misterioso, ma soprattutto italico, nostrano. Cosa significa veramente per voi questo argomento, è solo una scelta tematica senza sviluppi? Cosa è?
Il nostro progetto si basa a 360 gradi sul concept etrusco, sia dal punto di vista lirico che strumentale e teatrale nei live. Riteniamo la civiltà etrusca come forse la più fiorente dal punto di vista esoterico e misterico del mediterraneo, la cui politica e cultura permetteva un vivere prospero nel rispetto e non nell’egoismo e nella supremazia. Per questo nelle nostre liriche attacchiamo l’antica Roma rea di aver portato la sete di gloria, di conquista e di violenza nel mondo antico e nell’Italia e di aver fatto proliferare il cristianesimo distruggendo gli antichi culti e rituali diffusi da millenni. La nostra passione ci segue fin dalla più giovane età essendo cresciuti in un territorio, quello della Tuscia Viterbese, culla dell’Etruria.
In che modo state portando dal vivo questa tematica, dal punto di vista scenografico? E’ comunque un investimento economico che vorreste fare per potenziare l’impatto dal vivo?
La teatralità è fondamentale nei nostri live, basti vedere l’immagine che presentiamo sia nei video sia nelle foto. Appena arriveremo a palchi ancora più grandi siamo certi che le scenografie aumenteranno e sicuramente sarà un investimento che porterà l’impatto dal vivo ad un livello sempre più alto.
Prima di “Damnatio Sacrorum”, il vostro primo album, avete inciso “Chimera”, era un quattro. Come suonavano le canzoni, quale direzione avevano?
Il disco , sempre registrato nei Fear No One Studio sotto la sapiente guida di Emiliano Natali, si presenta come un prodotto di Death/Black Metal a tratti sinfonico sul modello Dimmu Borgir, concettualmente ispirato da una visione molto più horror che apocalittica rispetto a “Damnatio Sacrorum”. I 4 brani hanno una loro originalità ed esprimono una potenza di fondo, nonostante la poca esperienza dell’act che non permette di esprimere ancora al meglio tutte le idee di fondo del gruppo.
Quanto tempo avete impiegato per incidere “Damnatio Sacrorum”? Ho avuto l’impressione che le varie parti fossero ben affinate, ben incastrate tra loro. Frutto di un duro lavoro e dell’estro di Paolo Pieri (Hour Of Penance / Aborym)?
L’incisione ha comportato una grande dose di lavoro da parte di tutti i componenti, le registrazioni sono durate per circa 2 mesi o poco meno. Infatti è stato anche grazie al lavoro del nostro produttore Paolo Pieri che il cd ha portato alla svolta che volevamo, più impatto e maggiore estro musicale . Infatti questi due anni passati tra la nostra prima uscita e DS ci hanno consentito un notevole balzo in avanti anche sotto il punto di vista tecnico/musicale.
La copertina e tutto quello che concerne l’immagine mi è sembrato semplice ma d’effetto. Niente cose pacchiane o pompose.
La copertina è stata creata dalla Grindesign ( Cattle Decapitation, Suicide Silence … ) e ha centrato in pieno le nostre aspettative. Volevamo qualcosa di semplice ma diretto e simbolico come le antiche pitture e affreschi delle necropoli etrusche, pochi colori ma immagini significative.
Dalle vostre foto vedo giovinezza, consapevolezza nella propria arte e dunque la volontà di provarci. Forse, come tutti, incontrerete difficolta ogni giorno, ma il metal è perfetto per chi ci crede ed ha volontà. Prova a tirare un bilancio allo stato attuale delle cose: cosa non funziona e non avete e cosa invece vi sta portando soddisfazione e premia i vostri sforzi?
Iniziamo dalle cose negative: l’Italia di certo non è il paese migliore per un progetto metal di questo tipo, ma ci stiamo accorgendo che ultimamente la scena si sta ampliando e ci auguriamo che lo faccia sempre di più anche grazie a noi Voltumna, sicuramente mancano ancora dei dettagli tecnici e di esperienza essendo ancora molto giovani, ma siamo un gruppo di 4 elementi affiatatissimi, abbiamo oltre alla musica altri interessi che ci accomunano, con la voglia di far urlare il nostro nome a tutti i metalhead del mondo e non ci fermeremo fino a quando ciò non succederà. Il nostro tour Italiano sta avendo fortissimi riscontri fino ad ora.
Curiosamente, poco tempo dopo aver recensito il vostro lavoro, mi ritrovo con un altro album di “roba etrusca”, ma il sound è death metal. Ho saputo poi dalla band che suonerete con alla presentazione del loro album. Una bella cosa, penso, ma nello specifico cosa significa per due o più band “allearsi” e suonare insieme, inoltre cosa vuol dire andare d’accordo e superare certe gelosie delle quali in Italia molti si lamentano?
Hanno piu o meno il nostro stesso concept (sono i Tuchulcha, ndr) e ciò ci fa moltissimo piacere , il fatto che altri come noi portano avanti la rinascita della civiltà etrusca farà sicuramente che bene alla scena e inoltre questa sorta di “sfida” può far solo che crescere entrambi (o più) i gruppi. Non abbiamo gelosie verso altri gruppi, fino ad ora tutti si sono dimostrati rispettosi ma… mai dire mai.
Album, concerti e poi? Si ricomincia la stessa trafila? Quali progetti nel’immediato?
Nell’immediato nuova release di Damnatio Sacrorum il 2 Settembre 2013 dopo la firma da parte della band con l’etichetta inglese Abyssus Records, nuove tappe del tour italiano tra cui di nuovo Genova , Roma e Firenze e con estremo piacere molto probabilmente nei primi mesi del 2014 un tour estero!
Grazie per l’intervista e complimenti per il vostro lavoro.
Grazie a te Alberto e a tutto lo staff di MetalHead , e horns up a tutto il popolo Etrusco che cresce sempre di più !
(Alberto Vitale)