(Nordvis) Black metal pieno di malinconia. È questa l’essenza di questo duo svedese. Il loro sound è pesante, ossessivo e ripetitivo. Con queste quattro tracce sono capaci di diffondere una sensazione di desolazione che cattura l’attenzione con la violenza psicologica delle tematiche orientate verso l’insignificante esistenza umana e il nichilismo, ispirate all’opera di alcuni poeti nordici. Cadenze e sonorità ricordano per certi versi lo stile degli Angantyr o lavori di Burzum dell’epoca di “Filosofem”. Voce mai estrema, spesso alternata a parti parlate molto suggestive e coinvolgenti, chitarre e ritmi mai veloci, anzi sempre epici e molto atmosferici, danno luogo ad un lavoro efficace. Certo, non eccedono in originalità, ma si tratta di comunque di una band capace di trasmettere, a partire dalla copertina, le sensazioni tetre che la caratterizza. Particolarmente bella la conclusiva “Bortgång”, così piena di angoscia, di dolore, di rassegnazione. Un EP che promette bene. Un EP che dimostra le capacità di una band che sicuramente potrà svilupparsi in un act capace di essere rappresentativo quando i ritmi diventano tristi e funerei, ed il suono si orienta verso la diffusione di una metastasi di decadenza, ormai irreversibile.
(Luca Zakk) Voto: 7/10