(Hellthrasher Productions/Profound Lore Records) 50’, sei canzoni, death metal claustrofobico con passaggi doom e impennate nel black metal. Ruvida coltre di nero e decadenza. Atteggiamento underground nelle sonorità. Sommariamente queste sono le caratteristiche principali del trio inglese Abyssal, composto da elementi sconosciuti. Composizioni fatte di alti e bassi, per quanto concerne i ritmi e le atmosfere. E’ un blackened death metal volubile e che al di là delle diverse variazioni e cambi strutturali nel genere, si cimenta in atmosfere sempre lugubri e inquietanti. “When Paradigms Supplant Gods” e “Swansong of a Dying Race” sono i due brani più lunghi e manifestano al meglio il songwriting intermittente, la capacità di creare fraseggi di natura doom che caratterizzano le melodie. Viene un po’ meno la voce, troppo gutturale e cavernosa, spesso quasi a fare da sfondo agli strumenti e non ad essere al loro fianco. Un aspetto sul quale potrebbero lavorare, insieme alle fin troppo simili accelerazioni blackened. Non è un album che si assimila immediatamente “Denouement”, nonostante il suo fascino oscuro. L’idea di ristampare l’album, visto che uscì autonomamente da parte della band nel 2012 (prevista una versione in vinile per l’autunno), permette di reperirlo con facilità, insieme al recente “Novit enim Dominus qui sunt eius” (uscito ad inizio 2013).
(Alberto Vitale) Voto: 6/10