(Nuclear Blast) Con affetto e nostalgia indosso spesso una t-shirt lisa e con davanti il logo dei Carcass e quello della Earache sulle maniche. Loro, i Carcass, rappresentano un’epoca, sono parte di un filone fondamentale, quello venuto fuori appunto dall’etichetta britannica Earache che anni addietro ha segnato e dettato legge, in termine di stili, all’interno della scena metal. Adoro i Carcass più estremi, poi negli anni ’90 gli è successo qualcosa: “Heartwork” dava dei segnali di cambiamento, “Swansong” è un lavoro che non ti aspetteresti da certi estremisti necrotici e un tantino di cattivo gusto (un titolo su tutti “Excoriating Abdominal Emanation”). L’album è efficace, immediato, ma il canto del cigno dei Carcass ancora oggi mi annoia. E’ un album piatto. Il ritorno (ampiamente pronosticato) dei Carcass, anzi di Jeff Walker e Bill Steer, gli altri due Owen e Amott per diversi motivi restano fuori e volutamente da parte loro, coadiuvati da Ben Ash e l’esperto Daniel Wilding, si colloca nel solco di “Heartwork” e “Necroticism – Descanting the Insalubrious”. Non mi sarei aspettato un successore o l’evoluzione di “Reek of Putrefaction” perché Walker e gli altri hanno ripulito le sonorità Carcass da almeno venti anni, annettendo nel sound e nel riffing soluzioni heavy, spunti thrash e death ma di matrice classica. Il risultato è sempre lo stesso, a mio giudizio, un lavoro prodotto con estrema pulizia, chiarezza sonora, potenza e una dose di aggressività ben regolata, con l’inserto di un riffing che spesso fa l’occhiolino a cose retrò e non. Più di tutto trionfa, ancora una volta, il death metal e tirate thrash metal con componenti melodiche (ci sono in giro molti riff e fraseggi ottantiani), non di certo di tipo commerciale o banali, ma niente è lasciato al caos, alla cieca e mostruosa violenza. Gli assoli sono un indicatore di come il sound sia volutamente lisciato, piallato, reso “perfettino”… Asettico. Senza cuore, a volerla dire tutta. I Carcass suonano, ci mancherebbe altro, ma il potenziale artistico manca e non mi sorprende, perché Walker e Steer lo hanno mutato, sbucciato da soluzioni rivoltanti, estreme e uniche. Una produzione perfetta, degna delle cose Nuclear Blast e non bastano certi fraseggi old style delle sei corde a dare quel tocco di fino. Anzi, a tratti paiono superflui. Non un brutto lavoro “Surgical Steel”, ma lo pubblicano i Carcass ed io ho la legittima voglia di aspettarmi qualcosa di distintivo. Io non avevo dubbi di trovarmi di fronte ad una release rifinita, intrisa di riff che si susseguono, stesi su ritmiche ordiate. Colin Richardson, produttore (Testament, Megadeth, Bolt Thrower e tantissimi altri) ha reso giustizia ai suoni, ma le composizioni di Steer e Walker sono fin troppo modulari. Non avvicinatevi a questo album se siete devoti al metal estremo, ma a quello veramente estremo perché “Surgical Steel” vi sembrerà annacquato. Nel caso invece di gusti per soluzioni potenti, qualitativamente rifinite e magari quasi prog o più o meno tecniche e per come si mischiano più sfumature, allora prego, fatevi pure avanti.
(Alberto Vitale) Voto: 6,5/10